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Reddito di cittadinanza, queste persone non lo riceveranno più: italiani increduli

Reddito di cittadinanza YouBee

Il sostegno economico introdotto nel 2019 dal Governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte resterà per i soggetti che non sono in condizione di lavorare e hanno bisogno di un aiuto. Ma se qui tiriamo un bel sospiro di sollievo, poi non lo faremo in altri frangenti…  E sono lacrime amare!

Il Governo, come previsto, prepara la stretta sul reddito di cittadinanza che -però- non verrà abolito, perlomeno non del tutto.  La riforma, ha precisato ieri la premier Giorgia Meloni, arriverà a fine anno con la legge di Bilancio. E gli italiani ora sono- a dir poco- furiosi. I dettagli…

Prima l’esecutivo- ed è bene spiegarlo-  si confronterà con le parti sociali e poi, e soltanto poi,  deciderà come procedere. “Sul reddito di cittadinanza e su altre materie rinviamo la discussione: sono materie che saranno oggetto della legge di Bilancio – ha detto Meloni nella conferenza stampa di ieri seguita al Consiglio dei ministri. Ha poi proseguito dicendo: ” Ci è stato chiesto un confronto con le parti sociali e la prossima settimana vedremo i sindacati. Sarebbe sbagliato dare indicazioni prima“. Dunque ora non ci resta che attendere e cercare- come si suol dire- di ” non farci sangue amaro”.

Cambia tutto

Il sostegno economico introdotto nel 2019 dal Governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte comunque resterà per i soggetti che non sono in condizione di lavorare e hanno bisogno di un aiuto, come- per esempio- anziani in difficoltà, disabili e  persone prive di reddito con figli minori di cui farsi carico.

Per gli altri -invece- diventerà uno strumento orientato all’inserimento lavorativo e nulla di più anche se ancora la questione è ancora alquanto nebulosa.

“Abbiamo idee ben precise» per limitare il reddito, con l’obbligo dell’offerta congrua”, ha sottolineato in questi giorni il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che poi ha aggiunto: ” Se non si accetta, a casa già la prima volta”. Insomma, per dirla con parole povere: se si ha voglia di prendere in giro, stavolta il Governo non ci sta!

Si studiano comunque sia  anche programmi di formazione ben  mirati ed esaustivi  durante i quali dovrebbe essere previsto un sussidio, sebbene non si abbia ancora la certezza nemmeno di questo. Secondo gli ultimi dati disponibili, erano 660mila i beneficiari soggetti al Patto per il lavoro e -dunque -occupabili. Complessivamente- invece- sono 1,16 milioni i nuclei familiari che ricevono il reddito (2,45 milioni le persone coinvolte in totale). Di queste 1,69 milioni sono nelle regioni del Sud e nelle Isole, 430 mila nelle regioni del Nord e 328 mila in quelle del Centro.

Stop ai fannulloni

“Nessuno ha mai detto che chi non può lavorare verrà lasciato indietro, non è questo il messaggio”, ha dichiarato  la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che poi ha continuato dicendo: ” Invece chi è nelle condizioni di lavorare o lo sarà attraverso dei percorsi di riqualificazione deve trovare la giusta collocazione, questo andrà fatto. Poi se ci sarà da apportare modifiche in termini di nuovo assetto, controlli, condizionalità, servirà per migliorare l’ingresso dei lavoratori“. E per concludere, ” C’è da lavorare tantissimo sul tema dell’accompagnamento al lavoro. Bisogna rimettere a sistema gli strumenti in modo che ci sia un effettivo incrocio tra domanda e offerta”. Insomma, ora più che mai è stop ai fannulloni e a chi si nasconde dietro a mille scuse pur di non lavorare!

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Confermato intanto, dopo le indicazioni contraddittorie arrivate dallo stesso ministero del Lavoro, il no alla proroga del contratto scaduto il 31 ottobre scorso per circa 950 navigator, che altro non sono  i lavoratori assunti nel 2019 per gestire l’inserimento lavorativo ai percettori del reddito.

A tal proposito ha dichiarato la Ministra: ” Sono ben consapevole che stiamo parlando di lavoratori che in questo momento si trovano ad aver cessato il loro contratto di collaborazione coordinata e continuativa, -ma è anche altrettanto vero che le Regioni sapevano che c’era una norma di legge che poneva un termine, il 31 ottobre scorso, per finire questo percorso e per avviare e completare le procedure di assunzioni.  Delle serie, ” patti chiari e amicizia lunga”!